Benvenuti da LEAG

LEAG è uno dei maggiori produttori di elettricità e riscaldamento in Europa. La società è totalmente di proprietà del Regno di Svezia e opera in due divisioni aziendali regionali: Scandinavia ed Europa continentale/Gran Bretagna. La filosofia di LEAG consiste nell’usare il suo portafoglio di produzione forte e diversificato per aggiudicarsi un ruolo importante nello sviluppo di un approvvigionamento sostenibile di energia.

Lausitz Energie Bergbau AG, responsabile dell’estrazione della lignite in Lusazia, e Lausitz Energie Kraftwerke AG con le centrali elettriche a lignite e gas in Brandeburgo e Sassonia e le centrali con impianti ad accumulazione nella Germania centrale costituiscono la forte spina dorsale della divisione tedesca di produzione energetica.

LEAG non è solamente uno dei maggiori fornitori di energia. È anche uno dei maggiori datori di lavoro e una delle imprese formatrici più importante della Germania dell’est. La domanda di beni e servizi salvaguarda a sua volta migliaia di posti di lavoro in altre imprese. La promozione attiva di nuove tecnologie per l’uso responsabile delle risorse è un fattore trainante per l’intera regione.

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La cava di lignite della Lusazia

Tutte le attività riguardanti l’estrazione, la raffinazione e la conversione in elettricità del vettore nazionale di energia sono accentrate nell’unità aziendale (UA) di Estrazione lignite e generazione.

L’UA Lignite gestisce cinque cave a cielo aperto e tre centrali nel distretto della lignite della Lusazia. Inoltre Lausitz Energie Bergbau AG gestisce la centrale elettrica di Lippendorf nei pressi di Lipsia e una delle due unità produttive è di sua proprietà. Bricchetti, lignite in polvere e a letto fluidizzato sono prodotti a partire dalla lignite della Lusazia nell’impianto di lavorazione Schwarze Pumpe.

Con oltre 8000 collaboratori, di cui oltre 700 apprendisti, l’UA Lignite ha la propria sede principale a Cottbus. Nel 2013, Lausitz Energie Bergbau AG ha estratto 63,6 milioni di tonnellate di lignite della Lusazia, generando circa 57 miliardi di kilowattora di elettricità dalla lignite.

Ripristino del territorio — il paesaggio dopo l’estrazione

In Lusazia, prima di prelevare anche una sola tonnellata di lignite è necessario determinare come sarà compensato l’intervento nel paesaggio esistente causato dal processo di estrazione. Le legislazioni in materia ambientale ci obbligano a limitare gli interventi nella natura alle misure inevitabili, ma anche a eliminare in modo rapido, efficiente e sostenibile le conseguenze di tale intervento.

Oltre la metà del paesaggio interessato dall’estrazione è sottoposto a riforestazione. Si tratta di una opportunità unica per una conversione forestale su larga scala. Diversamente, tali obiettivi di possono essere raggiunti nell’arco di più generazioni di silvicoltori. Finora in Lusazia sono stati piantati fino a 30 milioni di alberi e arbusti nelle aree di discarica. Da tempo le foreste relativamente giovani nei pressi di Cottbus, Spremberg e Weißwasser hanno dimostrato che anche nelle zone di discarica si possono piantare boschi caratterizzati da una grande varietà di specie con una vasta porzione di alberi decidui.

L’industria mineraria crea dei territori agricoli su circa il 10% delle aree non più utilizzate per l’estrazione. In futuro tali terreni saranno una fonte di reddito per gli agricoltori della Lusazia. Nelle aree minerarie dismesse della Lusazia si pratica persino la viticoltura.


Su circa il 15% delle superfici totali non più utilizzate per l’estrazione vengono creati nuovi habitat specifici per le specie, al fine di conservare la natura. Qui trovano un posto dove vivere anche le specie animali sempre più disturbate dai paesaggi antropizzati. Se negli ultimi anni ci si è concentrati prevalentemente sullo sviluppo e sull’integrazione di biotopi individuali, ora l’estrazione a cielo aperto sta creando vaste zone interconnesse, che in futuro saranno trasformate in riserve per la protezione della natura. Una grande quantità di specie animali ha trovato il proprio habitat nelle aree minerarie dismesse. Queste zone ricoltivate danno ora rifugio alla lepre europea, ma anche a martin pescatore, pernice e quaglia. Anche le specie migratorie come il lupo si trattengono in questo paesaggio, ancora in evoluzione.